Alla fine
della seconda guerra mondiale esistevano molte differenze tecniche,
strutturali e regolamentari sul territorio europeo che ponevano un freno
alla libera circolazione delle merci nel Continente: l’istituzione
dell’Unione Europea e la creazione di standard tra gli Stati membri
sono nati proprio per favorire una libera circolazione delle merci tra i
Paesi membri favorendo il libero mercato e smantellando le barriere tecniche
per il commercio.
Malgrado ciò, gli standard sono spesso per le imprese sinonimo di labirinti normativi da
capogiro, garbugli burocratici e inutili perdite di tempo... Per aggirare
l’ostacolo è sufficiente avere una conoscenza degli standard del settore
specifico in cui si opera e in questo la rete ci dà un buon aiuto! Si può
dare un’occhiata ai siti degli organi preposti al consenso e
all’approvazione di questi documenti: tra questi il
CEN e l’ISO,
che si occupano della standardizzazione europea in ogni settore
eccetto quello elettronico, di cui invece si occupano il
CENELEC e l’IEC.
E’ bene tener presente invece i siti dell’ETSI
e dell’ITU se si è attivi nell’area
delle telecomunicazioni. Ma gli imprenditori possono ricevere addirittura
dei benefici dagli standard… Soprattutto per chi cerca possibilità di
guadagno nei mercati stranieri i maggiori risiedono nella riduzione dei
costi di transazione e trasporto di prodotti nei vari paesi europei: allora
è bene informarsi sugli standard che esistono in Paesi come Germania,
Finlandia,
Danimarca,
Austria, Belgio,
Grecia,
Islanda, Ungheria,
Irlanda, Malta,
Norvegia,
Olanda,
Slovacchia, Svezia,
Portogallo,
Spagna, Gran Bretagna
e
Svizzera.
In Italia c’è l’UNI con cui collaborano i
vari Enti Federati
che, su specifico mandato, svolgono attività di normazione per il settore di
propria competenza. Ben lontane dal trascurare l'importanza dei processi
decisionali in ambito UE, il 40% delle PMI afferma di essere interessata ai lavori
di standardizzazione, nonostante solo il 12% sia attivamente coinvolto.
L’ostacolo maggiore alla partecipazione delle PMI a questo processo di
formazione normativa è sicuramente dovuto alla mancanza di
informazioni in merito. Tuttavia esistono alcune associazioni che si
occupano di creare una rete informativa tra le imprese per favorirle in tal
senso: tra queste Normapme che
raccoglie informazioni su direttive nuove e da revisionare. All’interno
dell’associazione inoltre le PMI hanno l'opportunità di formulare proposte
per migliorare le norme e le direttive che una volta redatte con l’ausilio
di esperti, l'associazione si impegna a divulgare agli organi di competenza:
ciò dà
alle pmi l'opportunità di esercitare un'influenza nell'elaborazione di norme
e di diventare un attore a tutti gli effetti nel processo di
standardizzazione.
L'associazione ha vari partner che svolgono compiti simili nel Paese
d'origine: tra questi Jeune,
associazione imprenditoriale francese,
GCI-UICP, per il settore delle costruzioni,
CINET, per il settore
tessile, FEPPD, per il settore delle
protesi dentarie. Per facilitare ancora di più le cose, perché non affidarsi
all'esperienza di tecnici specializzati in questo settore? Numerosi sono
infatti gli studi legali e le società di consulenza che operano nel campo
degli standard liberando gli imprenditori da questo pesante fardello: tra questi segnaliamo lo studio
Modiano, con una significativa
esperienza sul campo, lo studio Arena,
che si occupa di Brevetti e marchi e proprietà intellettuale, il
Gregorj,
che svolge la sua attività a livello internazionale. Molto qualificato è
anche Sib al cui interno operano
consulenti molto apprezzati per l'alta qualità di servizi offerti nel campo
della tutela dei diritti di brevetto, modello e marchio in Italia e
all'Estero. E per finire anche un portale della proprietà intellettuale,
ricco di informazioni e notizie utili: Patnet,
con vari link e servizi.
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